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Marchionne: «Aiuti Ue all'auto»

di Augusto Grandi

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15 Novembre 2008

No al pacchetto clima della Comunità. Sì ad interventi strutturali, anche in Europa, a sostegno dell'auto. Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, di fronte alla crisi sempre più pesante che colpisce il mondo delle 4 ruote ritiene indispensabile rinviare le nuove norme sulle emissioni di Co2 e respinge i dubbi dell'Unione europea a proposito degli aiuti di Stato alle industrie dell'auto americane.
«Senza un intervento finanziario al sistema dell'auto Usa – ha aggiunto Marchionne – quell'industria non continuerà. Qualcosa di strutturale deve succedere. Noi abbiamo chiesto a Bruxelles lo stesso tipo di assistenza al settore dell'auto di quello degli americani: credo sia razionale e trovo veramente indecente che qualcuno venga a dirci che un simile intervento non è sostenibile». Marchionne ha ricordato che si sono spesi 700 miliardi per aiutare il sistema finanziario Usa e «ora stiamo parlando di 50 miliardi per 3 milioni di persone coinvolte nel settore». E a proposito di interventi statali, Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fiat, si è detto convinto che la Gm non fallirà, «perché azionista di Gm sarà lo stato americano».
L'insistenza sugli interventi per affrontare la crisi dell'auto è d'altronde facilmente spiegabile con i dati sulle immatricolazioni in Europa, resi noti ieri. La crisi di fiducia dei consumatori europei – sottolinea Gian Primo Quagliano, direttore del Centro studi Promotor, ad ottobre è stata particolarmente pesante: 1.134.031 immatricolazioni, con un calo complessivo del 14,5% «e punte molto elevate in piccoli mercati come la Lettonia (-55,1%) e l'Irlanda (-54,6%) ma con flessioni severe anche nei cinque maggiori mercati del Continente, con il record negativo della Spagna (-40%) seguita da Gran Bretagna (-23%) e Italia (-19%).
Francia e Germania vedono ancora il consuntivo dei primi 10 mesi con il segno positivo (rispettivamente +2,2% e +0,3%), ma ad ottobre è iniziata la prima vera frenata in entrambi i mercati. In Francia la flessione è stata del 7,4% a dimostrazione che si è esaurito l'effetto del programma bonus malus a sostegno delle auto meno inquinanti: il mese scorso gli ordini sono diminuiti del 19%. In Germania il calo del mese scorso è stato dell'8,2%, anche per le incertezze relative ad eventuali modifiche delle tasse sulle auto. Per rilanciare il settore potrebbero essere introdotte agevolazioni fiscali per le vetture meno inquinanti. Ma secondo Csp, Unrae e Anfia, occorrerà intervenire anche sul credito al consumo per rilanciare il settore.
Giuseppe Tartaglione, presidente di Volswagen Italia, sostiene che la vera crisi non è ancora arrivata e ritiene preferibile un sostegno pubblico in termini di credito piuttosto di nuovi incentivi diretti all'acquisto. Il gruppo avrà quest'anno una quota di oltre l'11% in Italia e intende aumentarla nel 2009.
Nel frattempo i vari costruttori mettono in campo le diverse strategie per affrontare la crisi. A ottobre, comunque, tra i grandi gruppi solo Volkswagen ha fatto meglio di Fiat che, per Marchionne, «dimostra una resistenza incredibile». La flessione, per il gruppo tedesco, è stata del 7,6% (con l'Audi in crescita del 3,3%) a fronte del -7,9% del Lingotto. Di conseguenza la quota del gruppo Volkswagen è cresciuta dal 20,4 al 22% e quella di Fiat dal 7,7 all'8,3%. Va segnalata, in particolare, la performance di Lancia che incrementa le consegne del 6,9%. In Francia e Spagna, Lancia è il marchio che cresce più di tutti i concorrenti, con un secondo posto in Germania. Oltre al positivo andamento di Ypsilon e Musa cominciano a pesare gli ordini della Delta: oltre 16mila contratti alla fine di ottobre. Per Alfa, invece, ottobre significa un calo del 15,7% e dell'8,4% per Fiat.

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